Intervista a Claudio Gioé – Telebolero 12/2009

QUESTA VOLTA SONO BUONO

Dopo aver interpretato il super boss Totò Riina nella fiction “Il capo dei capi”, Claudio Gioè torna su Canale 5 in una nuova storia dedicata a “cosa nostra”. Questa volta, però, affiancherà Simona Cavallari nella lotta contro il crimine organizzato. Dal 24 marzo, il martedì in prima serata l’appuntamento è con “Squadra antimafia

All’incirca un anno e mezzo fa, il pubblico di Canale 5 aveva potuto apprezzare Claudio Gioè ne “Il capo dei capi”, fiction in cui l’attore palermitano interpretava il boss mafioso Totò Riina. Quella produzione, in verità, fu piuttosto controversa, perché furono in molti a esprimere perplessità circa l’opportunità di “celebrare” televisivamente un criminale di tale rango, rischiando di giustificarne la ferocia. Nessuno, però, ebbe dubbi circa l’interpretazione del protagonista, tanto buona da essere la prima causa di quelle critiche, visto che a detta di molti il Riina televisivo rischiava di apparire fin troppo seducente. Ora Gioè sta per tornare su quella stessa rete in un’altra storia di mafia, ma questa volta sarà dalla parte opposta della barricata: in “Squadra antimafia”, infatti, fiction in sei puntate in onda dal 24 marzo, l’attore sarà un poliziotto.

Che svolta, Claudio: da cattivo per eccellenza a uomo di legge! Pensi che il pubblico di Canale 5 ne sarà sorpreso?

“No, non credo: gli spettatori sanno bene che un buon interprete affronta necessariamente parti molto diverse fra loro. Fra l’altro, credo che proporsi in una chiave diversa, nuova, sia anche una dimostrazione di rispetto nei confronti del pubblico: altrimenti si annoierebbe! E poi, a me piace molto cambiare ruolo, quindi parlando di mafia mi è sembrato del tutto naturale affrontare sia un lato sia l’altro della barricata”.

Diversamente da quanto accade in fiction poliziesche più “tradizionali”, in “Squadra antimafia” la trama si snoderà nell’arco delle sei puntate della serie senza affrontare singoli “casi di puntata”, come avviene per esempio in “Distretto di polizia”. Credi sia una valida scelta narrativa?

“Sì, assolutamente. Anzi, la preferisco alle altre, perché i prodotti più di routine, più seriali, per noi interpreti sono un po’ noiosi. In questa nuova fiction, invece, c’è una continua evoluzione della storia, con colpi di scena che si susseguono ribaltando completamente la visione del film. Inoltre, un arco narrativo così ampio dà agli attori maggiori opportunità di divertirsi con la propria interpretazione”.

Parlaci del tuo personaggio, Ivan Di Meo.

“È un vice questore della mobile di Palermo che opera sul territorio già da qualche anno. Per questo, nel momento in cui la protagonista – il vice questore Claudia Mares, interpretato da Simona Cavallari – si renderà conto di quanto sia terribile e complessa la lotta alla mafia, Di Meo diventerà per lei un punto di riferimento importante. In questa serie abbiamo cercato di affrontare la problematica mafiosa in ogni sua sfaccettatura, contaminandola naturalmente anche con gli ingredienti tipici del genere, quindi anche con emozioni e storie sentimentali, ma cercando comunque di raccontare quella complessità di relazioni fra ‘buoni’ e ‘cattivi’ che in Sicilia c’è sempre stata”.

Ivan e Claudia avranno una storia?

“Sì, certo, del resto questo è un ingrediente fondamentale di un film di genere. Ma il regista, Pier Belloni, ha saputo trasformare i loro sentimenti in una parte fondamentale del racconto, come ha fatto, del resto, con tutte le emozioni raccontate in questa fiction. Nel corso delle puntate, vedrete uomini che si lasciano tradire dai sentimenti, donne che per amore vengono trascinate in storie terribili… E in qualche modo, anche se si intuisce che quella del cuore può essere la strada giusta per sconfiggere la mafia, vi renderete conto di come, a volte,  i sentimenti possano tendere tranelli con cui poi si deve fare i conti”.

Sei anche nella commedia di Ficarra e Picone “La matassa”, nelle sale dal 13 marzo. Com’è stato lavorare con questo duo comico?

“Ficarra e Picone mi piacevano molto anche prima: avevo visto il film precedente, ero andato a vederli a teatro ed ero un loro fan. La loro è una comicità vincente, mai volgare, basata sugli schemi classici della commedia. Nel film ho un piccolo ruolo comico, che ha anche una funzione narrativa: sono Antonio, un ‘arraffone’ che aiuta il personaggio di Salvo Ficarra a fare i suoi magheggi con l’agenzia matrimoniale cercando di fare soldi facili e sognando la bella vita… In pratica, un deficiente! Mi sono molto divertito a creare questo personaggio”.

Stai girando un film per il grande schermo anche in questi giorni, ce ne puoi parlare?”

“Sto facendo un film di Alessandro Piva, un poliziesco ambientato a Roma nel giro del narcotraffico. È tratto da un romanzo di Giovanni Mastrangelo, ‘Henry’ (edito da Einaudi, ndr), e io ho il ruolo di un commissario. Di più, però, per il momento non posso proprio raccontarvi!”.   ★

 

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