The ENIAC Girls. Incredibili pioniere

Negli anni Quaranta, quando la storia dei computer stava finalmente entrando nel vivo, fu un pregiudizio di genere – tanto per cambiare – a far sì che numerose donne facessero letteralmente la storia della programmazione.

All’epoca, infatti, la progettazione dell’hardware veniva tenuta in altissima considerazione: era un compito prestigioso e, dunque, per definizione, destinato al maschio. Il software, invece, rappresentava un “di cui”, un lavoro umile ben lontano dal lustro conquistato fabbricando fisicamente le macchine.

Fu in questo contesto che in quel periodo negli USA venne avviato il progetto di sviluppo del primo computer programmabile completamente elettronico, l’ENIAC (Electronic Numerical Integrator and Computer), che era a tutti gli effetti un gran bel macchinone! Pensate: oltre 17.000 valvole termoioniche per un colosso di più di 40 tonnellate di peso! Una stazza degna di un’opera ingegneristica coi fiocchi. Mooolto virile…

Alle signore non restava altro compito che… farlo funzionare.

Dopo tutto, nella mentalità dei tempi la parte noiosa, quella legata ai calcoli, si era ormai abbastanza stabilmente sovrapposta all’immagine di una donna: negli anni immediatamente precedenti alla costruzione dell’Eniac, infatti, molte aziende, fra le quali anche IBM, si erano dotate di tabulatrici elettroniche per agevolare, in particolare, il calcolo degli stipendi e tutte avevano affidato il compito di perforare le schede per quelle enormi calcolatrici a personale femminile.

Non può stupire, perciò, che quando arrivò il momento di assumere dei tecnici per dare istruzioni all’Eniac, gli uomini a capo del progetto optarono per una squadra di sole donne. Loro, quelli in gamba, con virile chiarezza avrebbero detto alle signorine cosa volevano che l’ENIAC facesse. Le altre, le ragazze, avrebbero trovato il modo di far seguire le istruzioni al super computer.

Vennero quindi assunte sei giovani computatrici poco più che ventenni selezionate in un pool di duecento studentesse della Moore School of Electrical Engineering presso l’Università della Pennsylvania: Kathleen McNulty, Jean Jennings, Betty Snyder, Marlyn Wescoff, Frances Bilas e Ruth Lichterman. Queste sei giovani laureate in matematica, divenute programmatrici, vennero in seguito soprannominate “ENIAC Girls”.

Come si scoprì solo in seguito, dato che il loro lavoro fu a lungo sottostimato, le “ragazze” in questione erano in grado di diagnosticare i problemi fino alla singola valvola, come e anche meglio degli ingegneri loro superiori, perché conoscevano come le loro tasche sia la macchina sia le applicazioni. E furono proprio le prime programmatrici dell’Eniac a rendersi conto che un software difficilmente funziona “al primo colpo” e che il principale compito di un programmatore è per questo quello di identificare e risolvere i bug.

Alle ENIAC Girls, dunque, si devono alcuni veri e propri punti fermi concettuali in ambito software.

Per esempio, Betty Snyder (in primo piano sulla destra nella foto sopra) fu la prima a comprendere che, per eseguire il debug di un programma che non funzionava correttamente, sarebbe stato molto utile avere un “breakpoint”, cioè un punto nel codice in cui l’esecuzione viene sospesa per consentire di esaminare lo stato interno del programma in esecuzione. E ancora oggi, i breakpoints, questi “punti di interruzione”, sono una parte fondamentale del processo di debug.

E tutti i successi di quelle pioniere appaiono ancora più importanti se ci si ferma a riflettere sul fatto che partivano da zero: non c’erano esempi a cui rifarsi, precedenti da emulare. Le Eniac Girls idearono dal nulla la programmazione del computer e definirono schemi e istruzioni in totale autonomia.

Ogni riga che scrissero era letteralmente un passo nel futuro.

Nel 1946, i progettisti dell’ENIAC chiesero a Jean Jennings e Betty Snyder di scrivere un programma in grado di calcolare e gestire le traiettorie dei missili per la prima dimostrazione delle grandi potenzialità dell’ENIAC che avrebbero condotto davanti ad alcuni pezzi grossi del mondo scientifico e militare.

Con il supporto delle altre programmatrici, dopo qualche settimana di lavoro durissimo, le “ragazze” arrivarono a un programma funzionante che presentava un’unica imperfezione: avrebbe dovuto arrestarsi nel momento in cui il missile impattava sul bersaglio, ma per qualche ragione continuava a funzionare.

Ebbene, Betty Snyder intuì come risolvere l’inconveniente proprio la notte prima della dimostrazione, mentre riposava. La mattina dopo, le bastò recarsi al lavoro di buon’ora per eliminare il bug semplicemente girando un interruttore, largamente in anticipo rispetto all’inizio della presentazione.

Forte, vero?

Eppure, le “ENIAC Girls” non vennero apprezzate mai adeguatamente per le loro capacità operative e le fondamentali intuizioni. Tant’è vero che in occasione di quella prima dimostrazione ufficiale i colleghi non solo non le presentarono, ma nemmeno menzionarono i loro lavoro.

La verità è che trascorsero decenni prima che venisse compreso e raccontato l’eccezionale apporto alla storia dell’informatica di quelle straordinarie “ragazze”.

Clicca sull’immagine seguente e guarda il video:

Fonti:

The Secret History of Women in Coding

https://it.wikipedia.org/wiki/ENIAC

ENIAC programmers project

Questo articolo è stato pubblicato inizialmente al link: https://www.linkedin.com/pulse/le-straordinarie-ragazze-che-addomesticarono-il-primo-perrucci/

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