“Solo un padre” – Film – Telebolero 47/2008

Tenero e sexy, ci commuoverà

Nei panni di un giovane papà single “allo sbaraglio”, tramortito dalla morte della moglie e completamente assorbito dalle cure alla figlia, in “Solo un padre”, nelle sale dal 28 novembre, Luca Argentero torna più carino (e bravo) che mai
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“Era la prima volta che rimanevamo soli, io e te. Io pensavo che non ce l’avrei fatta”. Con questa frase tenerissima, per la fragilità e lo sgomento che sottintende, si apre il trailer ufficiale del nuovo film di Luca Lucini, “Solo un padre”, in uscita il prossimo 28 novembre. Inutile dirvi che, se siete emotivamente permeabili, come chi scrive, in attesa di poter vedere al cinema l’intero lungometraggio, basterà questo primo assaggio per sciogliervi come neve al sole!
La pellicola, tratta dal romanzo di Nick Earls “Perfect skin” (edito in Italia da Sonzogno con il titolo “Le avventure semiserie di un ragazzo padre”), miscelando toni malinconici a uno humour leggero e intelligente (per il quale probabilmente dobbiamo essere grati alle origini irlandesi dello scrittore) narra la storia di Carlo, un dermatologo trentenne, la cui esistenza è governata da una movimentata ma serena routine, fatta del lavoro nel suo studio, di corse al parco, di serate con gli amici di sempre, e dell’imprescindibile appuntamento che ogni sera il giovane medico ha a casa con la sua piccola Sofia, che lui chiama teneramente “fagiolino”. Carlo, infatti, è un padre single: la madre di Sofia è morta di parto e da quando è rimasto vedovo la sua bimba di dieci mesi, che inevitabilmente succhia tutte le sue energie fisiche e mentali, è la sua unica, autentica passione. All’inizio del film, dunque, nel mondo di Carlo – padre sì premuroso, ma anche molto inesperto – non sembra esserci spazio né tantomeno tempo per altro… Sicuramente non per gli improbabili appuntamenti organizzati dagli amici decisi a trovargli una nuova compagna! Insomma, Carlo sembra essere convinto che per ora la sua vita vada bene com’è, ma le sue certezze sono destinate a incrinarsi molto presto: un giorno, infatti, Carlo incontra per caso al parco una giovane ricercatrice francese, Camille, che con la sua solarità e il suo modo incerto ma appassionato di vivere riuscirà a scuoterlo, a riportarlo alla vita, aiutandolo anche a cogliere il significato più profondo dell’essere genitore.
Nei panni di questo – ammettiamolo! – irresistibile vedovo che, care amiche, senz’ombra di dubbio scatenerà in ognuna di noi fin dalle prime inquadrature la più tipica “sindrome della crocerossina”, Lucini ha voluto Luca Argentero: sì, proprio lui, l’ex bellissimo del “Grande Fratello 3”, l’ex carabiniere televisivo, cui ora dovremmo proprio cominciare a pensare più come a un attore di un certo talento – e con un ottimo margine di miglioramento – che come a uno dei tanti “fenomeni” da baraccone mediatico. Perché se è vero che senza passare nella centrifuga del reality – che nel 2003, a soli 25 anni, gli garantì visibilità nazionale – probabilmente il successo, e soprattutto le occasioni per guadagnarselo, non sarebbero arrivati così rapidamente, con le sue innegabili doti estetiche, una buona preparazione culturale e, presumibilmente, anche una certa intelligenza (non che basti aver frequentato l’università per dimostrare di possederla, ma il fatto che prima di tentare la carta dello show business il ragazzo avesse provveduto a mettersi in tasca una Laurea in Economia riteniamo deponga a suo favore) siamo portati a credere che, primo o poi, qualcuno l’avrebbe comunque notato. In ogni caso, dopo l’esperienza nel film di Francesca Comencini “A casa nostra” (2006), dove era uno dei protagonisti insieme a Laura Chiatti, Luca Zingaretti e Valeria Golino, dopo “Saturno contro” (2007) di Ferzan Ozpetek, in cui fra l’altro ha saputo sostenere con una naturalezza esemplare il ruolo del compagno gay del bravissimo Pierfrancesco Favino, dopo “Lezioni di cioccolato” (2007) di Claudio Cupellini, in cui ha sfoderato anche un innegabile talento comico, nei panni del geometra Mattia che si finge un immigrato egiziano per frequentare un corso di pasticceria al posto di uno dei suoi operai infortunatosi in cantiere (con esiti esilaranti!), indipendentemente da come abbia mosso in primi passi nello spettacolo ora Argentero merita di essere considerato, prima di tutto, un buon interprete. ★

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